“Interior design” by Ugo Capparelli

Riflettere sul proprio percorso professionale e sulle motivazioni che contribuiscono ad evolverlo e migliorarlo, può, secondo me, aiutare in modo considerevole a capire i propri obbiettivi ed individuare le future strade da intraprendere.

Mi definisco semplicemente un designer a 360°, una figura multidisciplinare che partendo da studi architettonici cerca di far convivere tecnologia, psicologia e gusto estetico.

La mia disciplina di riferimento, l’interior design, si occupa della progettazione e dell’allestimento degli spazi che usiamo per il nostro vivere quotidiano che essi siano l’appartamento, l’ufficio, un ristorante od un pub.

Mi occupo di organizzare ambienti coniugando funzionalità e gusto estetico ma ciò che realmente riesce ad appagarmi è la creazione di spazi che soddisfino i bisogni del committente tanto da diventare veri e propri luoghi di benessere.

Il mio approccio al ruolo di interior designer è concettuale nel senso che devo trovare il senso del progetto da realizzare ma, al tempo stesso, è estremamente artigianale perché legata alla storia, al vissuto dei luoghi ed alle caratteristiche dei materiali che uso, dal legno all’acciaio.

Mi piace definirmi un designer culturale, un professionista che cerca sempre una strada propria ed integrata con il contesto in cui opero e che sfoga nel momento della progettazione la propria missione: creare ed organizzare uno spazio che risponda alle esigenze ma anche al gusto, allo stile di vita ed ai sogni di chi dovrà viverlo.

Io credo che sia necessario, all’interno del mio percorso, tirar fuori l’artigiano che è in me e che mi permette di dare un valore estetico all’originalità dei materiali usati e delle scelte condivise, a porre l’unicità al centro cercando di limitare opzioni stereotipate e prodotte in serie.

Rivolgendoti ad “Ugo Capparelli design” non troverai un arredatore ma un professionista che cerca di non affidarsi ad un’estetica confezionata ma alla creatività.

Soffermandomi sul racconto che sto scrivendo su me stesso devo infine confessare che il mio mestiere mi piace, ne sono conquistato. Considero lo sforzo progettuale come la parte più affascinante del mio lavoro e riuscire a far confluire le esigenze del cliente con soluzioni dall’alto spessore estetico e funzionale, come il fine ultimo di ogni mio progetto.

Ugo Capparelli